Le parole sono una cosa bella!
Unità minime per la formazione del mondo…
Ogni parola ha una radice corporea e quella che mi piace usare da sfondo a questo scritto è:
dispiegare [da spiegare, con altro pref.] (io dispiègo, tu dispièghi, ecc.), lett. – ■ v. tr. 1. a. [aprire in tutta la sua estensione ciò che era ripiegato: d. la tovaglia] ≈ distendere, stendere. ↔ piegare, ripiegare. b. [eseguire lo svolgimento di ciò che era avvolto, arrotolato e sim.: d. un rotolo] ≈ srotolare, svolgere. ↔ arrotolare, avvolgere. 2. (fig., non com.) [rendere manifesto: La divina bontà … dispiega le bellezze etterne (Dante)] ≈ (non com.) appalesare, manifestare, mostrare, palesare, squadernare, svelare. ↔ celare, nascondere, occultare. ■ dispiegarsi v. intr. pron. 1. (ant., lett.) [di acqua e altri liquidi, uscire dalla terra spontaneamente: Che acqua è questa che si dispiega Da un principio e sé da sé lontana? (Dante)] ≈ scaturire, sgorgare, (non com.) spicciare, zampillare. 2. (estens.) [andare avanti estendendosi: una prosa che si dispiega in ampi periodi] ≈ diffondersi, distendersi, svilupparsi. 3. (fig.) [rendersi manifesto: la situazione gli si dispiegò dinanzi in tutta la sua gravità] ≈ (non com.) appalesarsi, manifestarsi, mostrarsi, palesarsi, svelarsi. ↔ celarsi, nascondersi, occultarsi.
Perché tutto ciò che accade attraverso la danza ha molto a che fare con questo…
Come mai la danza diventa uno strumento di cura?
Non lo diventa…lo è sempre stato!
Sin dall’ origine dei tempi, prima ancora di essere considerata una forma d’arte, è stata utilizzata come veicolo di espressione, socializzazione e liberazione, rispondendo al bisogno dell’essere umano di comunicare i suoi moti più o meno profondi.
Irrequietezze, desideri, speranze, angosce, bisogno di appartenenza, necessità di alterità… potevano manifestarsi prendendo forme capaci di dispiegarsi nello spazio.
Ha sempre avuto il potere di schiudere l’essere umano a sé stesso e al mondo; di accompagnarlo alla scoperta di risorse inaspettate; di liberare le proprie emozioni da quei blocchi interni ed esterni che limitano il loro necessario fluire; di reintegrarlo nel suo essere un’anima e un corpo.
Come un farmaco, si dimostra prezioso ed efficace mezzo di guarigione dei più svariati disagi che incontriamo nel nostro vivere, intendendo per guarigione non tanto l’eliminazione del male quanto piuttosto la sua trasformazione in qualcosa di nuovamente utile e godibile.
Nel tempo, però, la funzione sociale, creativa e rigenerante della danza è andata mortificandosi, a causa di condizioni di vita spersonalizzanti e meccanicistiche che hanno affermato la supremazia della ragione sulle molteplici possibilità intuitive del corpo e dei suoi movimenti ed è da questo desiderio di tornare ad un senso di unità integrata che la danzaterapia prende le mosse.
Al fine di ricucire l’annosa questione della separazione mente corpo?
Eh sì…la questione è davvero spinosa oltre che annosa.
Ci fregiamo tanto di volerla superare eppure non ci rendiamo conto che ancora e ancora, parlando di corpo, non facciamo altro che consolidarla
Frasi come “ascolta il tuo corpo”, “il corpo non mente”, “il mio corpo mi dice che dovrei riposare” non fanno altro che sancire che questa scissione è sempre all’opera…
Cosa ascolto se non il mio corpo?
Cos’è che mente di…me?
E cos’è che invece mi dice che non dovrei riposare?
Forse è solo un equivoco linguistico!
Il nostro linguaggio non ci permette ancora di parlare di noi…come un luogo…vasto!
Perché la domanda da porci è:
Quando parlo del mio corpo in terza persona
di chi…sto parlando???
Ma torniamo alla funzione della danzaterapia e del perché la possibilità di esprimere se stessi ha a che fare con il benessere?
Perché l’essere umano è un luogo vitale e molto complesso in cui convivono piani di realtà molto diversi, con esigenze proprie a loro volta in relazione con il mondo esterno, luogo…altrettanto complesso!
Le relazioni interne nonché quelle con l’esterno non hanno nulla di lineare e perciò questa complessità da spesso luogo a compressioni, incomprensioni, asimmetrie, spinte antagoniste, consunzioni…
La danza in questo caso, con la sua capacità di dispiegamento offre la possibilità a queste forze di trovare e liberare la propria strada!
La rabbia che si nasconde e si annida nel cuore può essere invitata a sciogliersi attraverso il respiro libero di un gesto
La tristezza che si chiude su sé stessa può superarsi se un movimento di cullamento può occuparsi di lei
La stanchezza o lo sconforto che cedono alla seduzione della forza gravitaria possono trovare strade di risalita se posso concedermi il tempo per nutrienti movimenti di esplorazione dello spazio, sia dentro che fuori
La gioia con la sua meraviglia può essere traghettata verso la superfice da luoghi dimenticati attraverso movimenti inconsueti
Le emozioni umane sono tante e variegate…accompagnarle a trovare la loro strada e quindi la propria modalità di espressione ha necessariamente a che fare con il loro e il nostro stare bene, con il nostro equilibrio!
Equilibrio è una parola presente sia nel campo della danza che in quello della psicologia…
E infatti…
evidentemente non a caso!
Ma non dobbiamo cedere alla tentazione di credere che sia un valore assoluto, statico o, peggio ancora, definitivo, quanto piuttosto, è il caso di dire, una danza continua tra le forze in azione.
La stessa vita sulla terra è diventata possibile da un meraviglioso equilibrio di condizioni, di elementi, ma sappiamo bene che ciascuno di loro, a volte, prende e pre-tende il sopravvento, nella vita, nella vita psichica, nella danza…
La sua ricerca continua, la danza…continua!
E il piacere?
Un faro!
Ci orienta…un po’ come una bussola: a volte la perdiamo, a volte tocca procedere molto piano perché la nebbia si fa fitta, a volte il mal di mare diventa forte e ci…scom-bussola, a volte il buio si fa…pesto!
La danza può diventare strumento di narrazione e contemporaneamente materia viva di esperienza, rabdomanzia di traiettorie, sciabola fendinebbia, àncora e luce.
Sulle tracce di un nuovo senso del piacere, la danza diventa movimento di ricerca, dispiegarsi del desiderio…
Itaque a sapientia praecipitur se ipsam, si usus sit, sapiens ut relinquat. Quamquam te quidem video minime esse deterritum. Est enim effectrix multarum et magnarum voluptatum. Hoc Hieronymus summum bonum esse dixit. Ut nemo dubitet, eorum omnia officia quo spectare, quid sequi, quid fugere debeant? An est aliquid per se ipsum flagitiosum, etiamsi nulla comitetur infamia?
Indicant pueri, in quibus ut in speculis natura cernitur. Bonum negas esse divitias, praeposìtum esse dicis? Sed nimis multa. Haec bene dicuntur, nec ego repugno, sed inter sese ipsa pugnant.